Nel corso della quaresima e in particolare della settimana santa, rivestono un significato particolare i segni, presi dal mondo agricolo, dell’olivo e della palma. Sono le piante che vengono usate nella celebrazione della Domenica detta, appunto delle «Palme», per ricordare l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme, accolto da una folla che stendeva sulla strada i propri mantelli e i rami degli alberi.
Eteria, una pellegrina del IV secolo, nel descrivere in maniera minuziosa la liturgia che si celebrava nei luoghi santi, parla della Domenica delle Palme: “E quando inizia l’ora undecima, si legge il passo del vangelo in cui si racconta che i bambini con rami e palme andarono incontro al Signore dicendo: « Benedetto colui che viene nel nome del Signore ». E subito il vescovo si alza e con lui tutto il popolo e allora dalla sommità del monte degli Olivi ci si muove, tutti a piedi.
Tutto il popolo cammina davanti al vescovo cantando inni e antifone, rispondendo sempre: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore ». Tutti i bambini del luogo, perfino quelli che non possono camminare perché sono troppo piccoli e che i loro genitori tengono al collo: tutti tengono dei rami, chi di palme e chi di olivi; e così si accompagna il vescovo nel modo in cui si accompagnò il Signore in quel giorno”. Nella tradizione biblica queste due piante hanno un significato particolare. L’olivo, sia nella tradizione ebraica sia in quella cristiana, è da sempre simbolo di pace. La fine del diluvio è contrassegnata dalla colomba che porta un ramoscello di olivo come segno che il castigo è finito e l’universo è di nuovo pacificato. L’olivo, con l’olio che da esso deriva, nella Bibbia è segno di abbondanza e di benedizione e viene annoverato tra i sette prodotti principali della Terra Promessa: “"… Il Signore tuo Dio sta per farti entrare in un paese fertile,… paese di frumento , di orzo, di olio e di miele… Mangerai dunque a sazietà e benedirai il Signore Dio tuo a causa dal paese fertile che ti avrà dato" (Dt. 8.7-8.10). È presente anche nell’immagine della famiglia benedetta dal Signore: “La tua sposa come vite feconda nell’intimità della tua casa; i tuoi figli come virgulti d’ulivo intorno alla tua mensa. Così sarà benedetto l’uomo che teme il Signore" (Sal 127.3-4). L’olio d’oliva è sorgente di luce: "Tu ordinerai agli israeliti che ti procurino olio puro di olive schiacciate per il candelabro, per tener sempre accesa una lampada. Nella Testimonianza, Aronne e i suoi figli la prepareranno, perché dalla sera alla mattina essa sia davanti al Signore" (Es. 27,20-21).E’ l’olio santo: "Procurati balsami pregiati… e olio di oliva. Ne farai l’olio per l’unzione sacra, un unguento composto secondo l’arte delle profumerie: sarà l’olio per l’unzione sacra. Con esso ungerai la tenda del convegno, l’Arca della Testimonianza, la tavola e tutti i suoi accessori, l’altare del profumo, l’altare degli olocausti e tutti i suoi accessori, la conca e il suo piedistallo" (Es. 30,22.25-28). Nella letteratura profetica il simbolo dell’olivo è presentato come raffigurazione di Israele stesso. Il racconto dell’agonia e della preghiera di Gesù ha come sfondo il monte degli ulivi dove si trovava un frantoio, detto in aramaico «Getsemani». Cassiodoro, nel suo commento ai Salmi, parla di Gesù come “l’olivo verdeggiante e l’oliva beatissima, dalla quale era stato spremuto l’olio che aveva permesso all’umanità di liberarsi dai suoi peccati, così che l’olio di letizia equivaleva a non avere la macchia del peccato”. Altro albero significativo è la palma, di cui la Giudea è ricchissima. La palma, il ramo, la fronda verde sono universalmente considerati simboli di vittoria, di rigenerazione. Nel Cantico dei cantici (7,7-8) la palma è presentata come un albero di smagliante bellezza: "Quanto sei bella e quanto sei graziosa/ … La tua statura rassomiglia a una palma". La valle di Gerico, la terra promessa a Mosè, è così chiamata per la grande quantità di palme che vi crescevano: "Il Signore mi mostrò tutto il paese…, il distretto della valle di Gerico, città delle palme… (Dt. 34,1.3).
Quando Salomone fece erigere il Tempio, ornò i muri e le porte con palme: "Ricoprì le pareti del Tempio con sculture e incisioni di cherubini, di palme e di boccioli di fiori, all’interno e all’esterno" (1Re 6,29). Per la festa delle Capanne è prescritto di fornirsi di rami di palme per far festa al Signore: "Il primo giorno prenderete frutti degli alberi migliori: rami di palma…" (Lv. 23,40). Giovanni nell’Apocalisse, ci fa conoscere l’acclamazione trionfale di una folla innumerevole: "Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e portavano palme nelle mani" (Ap. 7,9).
Giuseppe Mattana