HO SETE Dl TE, DIO VIVO

Come il cervo anela

alle sorgenti delle acque,

così l’anima mia sospira te, o Dio.

Ha sete l’anima mia del Dio vivo.

Quando verrò

e mi presenterò al volto del mio Dio’?

O Fonte di vita, vena d’acqua viva,

quando verrò dalla terra deserta,

senza strade e senz’ acque,

alle acque della tua dolcezza,

per vedere la tua potenza e la tua gloria

e saziare con le acque della tua misericordia

la mia sete’?

Ho sete,

Signore sorgente di vita;

dissetami.

Ho sete del Dio Vivo. (S. Agostino, Libro dei soliloqui dell’anima con Dio, XXXV)

O Vergine Immacolata, Madre di Dio e degli uomini, noi abbiamo la vivificante certezza che i tuoi occhi, i quali hanno pianto sulla terra irrigata dal sangue di Gesù, si volgano ancora verso questo mondo in preda alle guerre, alle persecuzioni, all'oppressione dei giusti e dei deboli; noi, fra le tenebre di questa valle di lacrime, attendiamo dal tuo celeste lume e dalla tua dolce pietà, sollievo alle pene dei nostri cuori, alle prove della Chiesa e della nostra Patria. (Pio XII il 1 novembre 1950, nel giorno della dichiarazione del Dogma)

O Maria assunta in Cielo in corpo ed anima, prega per noi.

Amiamo dunque, fratelli, con tutte le forze il Padre celeste pieno di amore per noi; e la prova della nostra perfetta carità sia l'obbedienza, da esercitare soprattutto quando ci chiede di sacrificare la nostra volontà. Infatti non conosciamo altro libro più sublime che Gesù Cristo crocifisso, per progredire nell'amore di Dio. (Dalle lettere di san Massimiliano Maria Kolbe)

La Vergine Maria è veramente la nostra mediatrice, giacché è Lei che ha ricomposto in pace Dio e il peccatore...E' Lei il segno della pace e dell'alleanza, l'ulivo della misericordia. (San Antonio di Padova)

Il lungo periodo della vita nascosta di Nazareth è compendiato dalla Scrittura con queste parole: «e stava loro sottomesso» (Lc 2, 51). Tutto il resto della sua vita è posto sotto il segno dell'obbedienza, mostrando frequentemente che il Figlio di Dio è disceso sulla terra per compiere la volontà del Padre. (Dalle lettere di san Massimiliano Maria Kolbe)

Regnate, o Madre e Signora, mostrandoci il cammino della santità, dirigendoci e assistendoci, affinché non ce ne allontaniamo giammai.  Come dall’alto dei cieli Voi esercitate il vostro primato sopra le schiere degli Angeli, che vi acclamano loro Sovrana, sopra le legioni dei Santi, che si dilettano nella contemplazione della Vostra fulgida bellezza; così come regnate sopra l’intero genere umano, soprattutto aprendo i sentieri della fede a quanti ancora non conoscono il vostro Figlio. (Dalla Supplica alla B.V. Assunta dettata da Pio XII per il 15 agosto)

O Maria assunta in Cielo in corpo ed anima, prega per noi.

In tutti gli umani eventi...imparate a riconoscere ed adorare...la divina volontà... Non temete il nemico, egli non varrà nulla contro la navicella del vostro spirito, perché il nocchiero è Gesù e la stella è Maria. (San Pio di Pietrelcina)

Dal profondo di questa terra di lacrime, ove l’umanità dolorante penosamente si trascina; tra i flutti di questo nostro mare perennemente agitato dai venti della passioni; eleviamo gli occhi a Voi, o Maria, Madre amatissima, per riconfortarci contemplando la vostra gloria, e per salutarVi Regina e Signora dei cieli e della terra, Regina e Signora nostra. Questa vostra regalità vogliamo esaltare con legittimo orgoglio di figli e riconoscerla come dovuta alla somma eccellenza di tutto il vostro essere, e dolcissima e vera Madre di colui che è Re per diritto proprio, per eredità, per conquista. (Dalla Supplica alla B.V. Assunta dettata da Pio XII per il 15 agosto)

O Maria assunta in Cielo in corpo ed anima, prega per noi.

[368] Sedicesima regola. Così pure bisogna fare attenzione che, parlando molto e con grande fervore della fede, senza alcuna distinzione o spiegazione, non si dia occasione alla gente di essere indolente e pigra nell'operare, sia prima che la fede sia congiunta con la carità, sia dopo.
[369] Diciassettesima regola. Allo stesso modo non si deve parlare troppo diffusamente della grazia, insistendovi tanto da favorire quell'errore che nega la libertà. Perciò si può parlare della fede e della grazia, per quanto ci è possibile con l'aiuto divino, per la maggior lode della divina Maestà; ma, particolarmente in questi tempi così pericolosi, non in maniera e in termini tali, che le opere e il libero arbitrio ne ricevano danno o non si tengano in alcun conto.

O Vergine Immacolata, Madre di Dio e degli uomini, noi crediamo infine che nella gloria dove regni vestita di sole e coronata di stelle Tu sia, dopo Gesù, la gioia e la letizia di tutti gli Angeli e di tutti i Santi; da questa terra dove passiamo pellegrini, confortati dalla fede nella futura risurrezione, guardiamo verso di Te, nostra vita, nostra dolcezza, nostra speranza. Attiraci con la soavità della tua voce per mostrarci un giorno, dopo il nostro esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria. Amen. (Pio XII il 1 novembre 1950, nel giorno della dichiarazione del Dogma)

O Maria assunta in Cielo in corpo ed anima, prega per noi.

[366] Quattordicesima regola. È verissimo che nessuno si può salvare senza essere predestinato e senza avere la fede e la grazia; tuttavia bisogna fare molta attenzione nel modo di parlare e di discutere di tutti questi argomenti.
[367] Quindicesima regola. Abitualmente non si deve parlare molto della predestinazione; ma se in qualche modo e qualche volta se ne parla, se ne deve parlare in modo che le persone semplici non cadano in alcun errore, come quando uno dice: è già stabilito se io dovrò essere salvo o dannato; perciò, sia che agisca bene sia che agisca male, non potrà accadere diversamente. Così si diventa pigri e si trascurano le opere che conducono alla salvezza e al vantaggio spirituale dell'anima. (S. Ignazio di Loyola, Esercizi Spirituali, Regole)

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