Cuore di Gesù, generoso verso coloro che ti invocano -

Ci raccogliamo per ricordarti, o Madre di Cristo, l’avvenimento che ebbe luogo a Cana di Galilea. Questo avvenne all’inizio dell’attività messianica. Gesù era stato invitato, insieme a Te e ai suoi primi discepoli, alle nozze. E quando venne a mancare il vino, Tu, Maria, dicesti a Gesù: Figlio, “non hanno più vino”. Tu conoscevi il suo Cuore. Sapevi che esso è generoso verso coloro che lo invocano. Con la tua preghiera a Cana di Galilea hai fatto sì che il Cuore di Gesù si rivelasse nella sua generosità. Questo è il Cuore generoso, poiché in esso abita infatti la pienezza: abita in Cristo vero uomo la pazienza della divinità; e Dio è Amore. E generoso perché ama - e amare vuol dire elargire, vuoi dire donare. Amare - vuol dire essere dono. (Giovanni Paolo II, dall’Angelus del 3 agosto1986)

Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro? (Gv 21,15). -

Lo chiese un giorno a Pietro e oggi lo chiede anche a noi, a ognuno di noi nella propria personale situazione di vita. Una cosa ci resti fissa nel cuore: non abbassiamo i livelli. Ci è chiesto di accettare la sfida dell’amore. Non accontentiamoci di voler semplicemente bene, come possiamo e come riusciamo. Lo Spirito del Risorto ci insegna ad amare, anzi ci rende amore!

Cuore di Gesù, paziente e immensamente misericordioso -

Desideriamo rileggere ancora una volta il Vangelo; in un certo senso lo rileggiamo tutto intero, e immediatamente. In esso è iscritto il Cuore di Gesù, paziente e immensamente misericordioso. Non è forse così il Cuore di Colui che passò beneficando tutti? Di Colui che fece sì che i ciechi riacquistassero la vista, gli zoppi camminassero, i morti risuscitassero? Che ai poveri fosse annunziata la buona novella? Non è forse così il Cuore di Gesù, il quale non aveva Egli stesso dove posare il capo, mentre le volpi hanno le loro tane egli uccelli i loro nidi? Non è forse così il Cuore di Gesù il quale difese la donna adultera dalla lapidazione e poi le disse: “Va’, e d’ora in poi non peccare più”? Non è forse così il Cuore di Colui, che fu chiamato amico dei pubblicani e dei peccatori? (Giovanni Paolo II, dall’Angelus del 27 luglio 1986)

Lo Spirito vi ha costituiti come custodi (At 20,28). -

Paolo lo dice riferendosi agli anziani di Efeso. Ma pensateci: lo Spirito non rende custodi anche noi? Rendendoci figli, ci fa partecipare alla vita di Dio, che da sempre ha voluto l’uomo e la donna come custodi della creazione. Ecco, allora, che proprio lo Spirito, liberando gli orizzonti del cuore da ogni forma di egoismo, ci costituisce custodi: capaci cioè di aver cura della Terra e di ogni fratello e sorella che la abita.

È un Cuore pieno di amore del Padre: pieno in modo divino e insieme umano... Nello stesso tempo l’amore filiale del Cuore di Gesù ha rivelato - e rivela continuamente al mondo – l’amore del Padre. Il Padre “infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito” per la salvezza del mondo; per la salvezza dell’uomo, perché egli “non muoia, ma abbia la vita eterna”. Il Cuore di Gesù è quindi pieno d’amore per l’uomo. È pieno d’amore per la creatura. Pieno d’amore per il mondo. Quanto è pieno! Questa pienezza non si esaurisce mai. (Giovanni Paolo II, dall’Angelus del 13 luglio 1986)

Costretto dallo Spirito, io vado... (At 20,22). -

È l’esperienza di Paolo, l’apostolo che più volte si sentirà spinto dallo Spirito. È stata anche l’esperienza di Gesù, sospinto nel deserto, dopo il battesimo. Lo Spirito in noi è disposto a fare scintille ed è difficile tenerlo a bada. È poco docile alla nostra volontà e più che lasciarsi bloccare ci spinge, ci muove, ci indica novità da «percorrere». Siamo pronti a rischiare?

“Cuore di Gesù, nel quale il Padre si è compiaciuto”. Ci rechiamo alla riva del Giordano. Ci rechiamo al monte Tabor. In entrambi gli avvenimenti descritti dagli evangelisti si sente la voce del Dio invisibile, ed è la voce del Padre: “Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo”. L’eterno compiacimento del Padre accompagna il Figlio, quando Egli si è fatto uomo, quando ha accolto la missione messianica da svolgere nel mondo, quando diceva che il suo cibo era compiere la volontà del Padre. (Giovanni Paolo II, dall’Angelus del 22 giugno 1986)

Avete ricevuto lo Spirito Santo quando siete venuti alla fede? (At 19,2). -

Sì, lo abbiamo ricevuto, anche se spesso ce ne dimentichiamo. È in noi da sempre e sarà con noi per sempre. Accompagna il nostro cammino di fede: ci accompagna nei dubbi e negli « amen » sofferti, ci sostiene nelle scelte più difficili e complesse. Invochiamolo, lasciamoci guidare dalla sua presenza.

Cuore di Gesù, nel quale il Padre si è compiaciuto -

Pregando così, meditiamo su quel compiacimento eterno che il Padre ha nel Figlio: Dio in Dio, Luce nella Luce. Tale compiacimento significa pure Amore: questo Amore al quale tutto ciò che esiste deve la sua vita: senza di esso, senza Amore, e senza il Verbo-Figlio, “niente è stato fatto di tutto ciò che esiste”. Questo compiacimento del Padre ha trovato la sua manifestazione nell’opera della Creazione, in particolare in quella dell’uomo, quando Dio “vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa buona... era cosa molto buona”. (Giovanni Paolo II, dall’Angelus del 22 giugno 1986)

ASCENSIONE DEL SIGNORE -

Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura (Mc 16,15). -

L’ascensione segna un passaggio importante per la nostra vita di fede, che potremmo sintetizzare così: da Dio a noi! Dalle sue parole e dai suoi gesti di liberazione, guarigione, incontro, compassione, salvezza, ai nostri. Ora tocca a noi! Siamo chiamati a diventare seminatori di speranza, viandanti d’amore, comunicatori del Vangelo; di quella straordinaria e incredibile notizia che può ancora cambiare le sorti del mondo, che dice a ogni uomo e a ogni donna: «Non sei solo, Dio è con te e per te». Oggi, siamo chiamati a diventare Vangelo con la nostra vita, con la concretezza di gesti e di parole quotidiane.

Cuore di Gesù: fornace ardente di carità. La fornace, mentre arde, illumina le tenebre della notte, riscalda i corpi dei viandanti raggelati. Desideriamo pregare la Madre del Verbo Eterno, perché sull’orizzonte della vita di ciascuna e di ciascuno di noi non cessi mai di ardere il Cuore di Gesù - fornace ardente di carità. Perché esso ci riveli l’Amore che non si spegne e non si deteriora mai, l’Amore che è eterno. Perché illumini le tenebre della notte terrena e riscaldi i cuori. (Giovanni Paolo II, dall’Angelus del 23 giugno 1985)

Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena (Gv 16,24). -

Vietato trarre conclusioni affrettate! Questo versetto trova il suo senso in tutto il discorso di Gesù. Chi chiede non è la persona autocentrata, che fa della sua preghiera una lista della spesa per riempire il proprio frigorifero.Chi chiede nel nome di Gesù è la persona piena di Dio, resa nuova dallo Spirito, lontana dalle logiche del dominio e del possesso.

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