Lunedì santo -

Tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo [di puro nardo] (Gv 12,3). -

Lasciamolo entrare nella nostra casa. Lasciamo che la nostra vita sia invasa dall’irrefrenabile profumo del dono. L’amore immenso e gratuito di Dio si fa carne, si lascia contemplare sulla croce in tutta la sua sconvolgente e folle radicalità. Il profumo deciso e delicato del dono sciolga le nostre resistenze e ci apra al mistero dell’amore. #aRitmodiVangelo

Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono (Gv 8,28). -

Innalzato... Un figlio d’uomo, innocente, innalzato sul palo, come un ribelle tra ribelli; innalzato come il serpente di bronzo in un deserto abitato da increduli, così il Figlio di Dio è entrato nella nostra carne e ha portato salvezza. Così continua a entrare in questa nostra storia per essere il volto della misericordia di Dio. Riusciremo ad accorgerci della sua scomoda presenza e a guardare a lui?

DOMENICA DELLE PALME E DELLA PASSIONE DEL SIGNORE -

Chiese Pilato: ((Ma allora, che farò di Gesù, chiamato il Cristo?». Tutti risposero: «Sia crocifisso!» (Mt 27,22). -

Inizia la grande settimana. La vivremo a tu per tu con il più sconvolgente e destabilizzante mistero di Dio: il suo dono totale, la sua morte, il suo silenzio, la sua risurrezione. Non ci è chiesto solo di contemplare, ma di incarnare, di imparare, di assumere il suo stile, perché il mondo abbia la vita in abbondanza. Inermi e disarmati: così ci rende la tua croce. Follia e peccato s’incrociano sul tuo patibolo: la follia del tuo amore e il nostro peccato

Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più (Gv 8,11). -

Peccato, perdono, invito alla conversione, e solo dopo, forse, pentimento. Eccola, semplice e chiara: questa è la linea penitenziale del Vangelo. E così dobbiamo prepararci alla Pasqua. -

Non una lista infinita di pentimenti, grazie ai quali strappare un perdono pentimenti che quasi mai diventano vere trasformazioni interiori —, ma l’aprirsi radicalmente a un amore che ci incontra proprio nel nostro peccato e ci risolleva solo in forza di un perdono donato senza «se» e senza «ma».

Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi (Gv 11,51-52). -

Che mistero incomprensibile la morte! Eppure proprio con la morte la vita s’incrocia, sempre. Sulla croce — nell’offerta più totale di sé — contempliamo la potente bellezza di una vita donata che si lascia trafiggere dalla morte, perché dal suo seno squarciato possa sgorgare vita per tutti.

V DOMENICA DI QUARESIMA -

Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole (Mt 6,7). -

Dedica del tempo alla preghiera. Siamo ormai prossimi alla Pasqua, diretti a Gerusalemme per vivere con Gesù il suo sì. Prepariamoci andando sul monte, con lui, come lui. Sul monte incontreremo il Padre. Sul monte il Padre ci parla, ci forma, ci trasforma.  Il monte non è altrove: è in noi, dentro di noi, tra noi. Il monte è anche quel luogo dove facciamo tacere noi stessi e le nostre convinzioni, per ascoltare e accogliere Dio che parla negli eventi della storia.

Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete (Gv 5,43). -

Gesù lo diceva a quei Giudei che, Scritture alla mano, lo respingevano; eppure sono certo che, in più di un’occasione, lo direbbe anche a noi, discepoli del Vangelo. Gesù, oggi, troverebbe l’amore di Dio in noi? Quell’amore con cui il Padre ha amato tutti, salvandoci attraverso il dono del Figlio? Lasciamo vivere la Parola in noi?

Se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno (Gv 8,51). -

Chi è quel Gesù di cui parliamo e in cui crediamo? Che cosa significa « osservare» una parola che può strappare dalla morte? La sua parola è viva, dinamica, e ci immette in una storia di fedeltà e di amore, di salvezza e di perdono. È attraverso la sua parola che Dio ci raggiunge, ci chiama, ci manda. È nella Parola che ridiventa possibile incontrarlo ogni giorno. Per questo la Parola, se accolta, fa vivere.

Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai (Is 49,15). -

«Mai!». Dio non si dimentica mai di noi. Custodisce ogni nostro passo, ci difende, ci guida, ci accompagna alla sorgente della vita, ci nutre con la sua parola e ci avvolge con la sua misericordia. Quando il mondo ci rende invisibili, bloccati in sepolcri d’incomprensione, lui fa risuonare la sua voce, liberandoci e riaprendoci alla vita.

Se il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero (Gv 8,36). -

E Gesù, Figlio di Dio, l’ha fatto davvero: ci ha resi liberi. Ha sciolto la nostra esistenza dal peccato, dalla morte dell’anima e ha spalancato per noi vie di libertà, di trasparenza, di dono, di misericordia. Sono vie che liberano le coscienze, vie luminose che sciolgono da ogni legaccio, vie che, se percorse, rendono ogni persona davvero libera e liberante.

Dove giungono quelle acque, risanano, e là dove giungerà il torrente tutto rivivrà (Ez 47,9). -

Acqua che zampilla in eterno, acqua che rinfresca e disseta l’arsura del cuore, acqua che scorre irrefrenabile e guarisce tutto ciò che tocca. Questo è l’agire di Dio tra noi, la sua parola in noi. Alziamoci, prendiamo le nostre ferite, le nostre sicurezze, usate come bastoni d’appoggio, e andiamo a lui, acqua viva, per essere guariti.

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