Ecco, io creo nuovi cieli e nuova terra; non si ricorderà più il passato, non verrà più in mente (Is 65,17). -

Dio fa vivere: questo dovrebbe poter dire con lapidaria certezza la nostra fede in lui. Dio fa vivere la storia, il cosmo, ogni individuo, ogni frammento di materia. Dio fa vivere, ridonando pienezza di vita là dove mille forme di morte hanno lacerato, distrutto, ferito. E la sua vita in noi non muore.

Tu getterai in fondo al mare tutti i nostri peccati (Mi 7,19). -

Splendida certezza. Meraviglioso Dio dal volto di madre che, senza ricordare il male, salta al collo del figlio baciandolo e riaccogliendolo in casa. Stupefacente Dio dal volto di padre che concede i suoi beni al figlio, arricchendolo, e lo attende per riabbracciarlo povero e ferito dalla vitaÈ questo il Dio che ci risolleva da ogni situazione di morte, perdona ogni peccato, ci abbraccia con amore. #aRitmodiVangelo

Torna, Israele, al Signore, tuo Dio (Os14,2). -

È detto a noi, oggi! È detto a me, a te: «Torna, voltati, girati dalla parte opposta,vieni verso Dio! ». Mi sembra di percepire la passione irrefrenabile con cui il Signore ci chiama. Tornare a lui per amarlo con tutto noi stessi, tornare a lui per lasciarci guarire dal suo amore e guarire altri amando: a questo siamo invitati quando la Parola ci chiama.

Che guadagno c’è a uccidere il nostro fratello e a coprire il suo sangue? (Gen 37,26) Chiediamocelo! Da Caino ai figli di Giacobbe, agli Egiziani, ai capi dei sacerdoti, a noi: la storia è attraversata da innocenti uccisi per vendetta, per gelosia o, peggio, per il mantenimento dei propri privilegi e di agiate condizioni di vita.  Lungo le strade o dietro i muri alle frontiere sono sempre più numerosi gli Abele, i Giuseppe e i Gesù sacrificati per il bene di pochi. Il loro grido sale a Dio e copre la nostra egoistica preghiera di figli perbenisti. Che guadagno c’è a continuare a uccidere i figli di Dio? #aRitmodiVangelo

Ascoltate la mia voce, e io sarò il vostro Dio e voi sarete il mio il popolo (Ger7,23) -

Siamo questo per il nostro Dio: un popolo di figli che egli libera da ogni catena. Un popolo cui offre vie di felicità e libertà per scegliere il bene. Non sarà lui a percorrerle per noi né a scegliere il bene al nostro posto. Il Signore ci libera perché noi stessi possiamo liberare, costruire, edificare, scegliere il bene.

Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore... Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti (Mt 20,26-28) -

Come il Figlio dell’uomo, così noi: non ci sono alternative. È lui., quel Gesù di Nazaret in cammino verso Gerusalemme, a essere il nostro unico modello, senza se e senza ma. È lui, con la sua disarmante radicalità a essere la via da percorrere. È lui che ci insegna come diventare dono nelle tante situazioni d’incomprensione, di morte, di persecuzione. #aRitmodiVangelo

Ora, Israele, ascolta le leggi e le norme che io vi insegno, affinché le mettiate in pratica, perché viviate  (Dt 4,1). -

Parole scarne e fredde, così potrebbe sembrare questo versetto. Parole legate a una religione fatta di imposizioni e regole. Ma lasciamoci prendere da quel « perché viviate»: lì sta il senso di tutto. La parola di Dio bussa alla nostra esistenza, consegnandoci una pienezza possibile per noi stessi e per l’altro che ci vive accanto. La Parola è viva e parla a colui che la vuole ascoltare. Non ci consegna regole ma futuro. Riusciremo a comunicarla al mondo?

Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, cercate la giustizia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova (Is 1,16-17). -

Che finezza la parola di Dio! «Imparate a fare il bene», ci dice. Come se il bene fosse un’arte, un capolavoro da realizzare, un frutto maturo di scelte, percorsi, errori, ripartenze. E di fatto lo è. L’ossigeno del bene sono le motivazioni profonde che lo accompagnano. E su quelle che dobbiamo vigilare, per non ergerci a maestri, per non esaltarci, per non guidare da ciechi altri ciechi. #aRitmodiVangelo

Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? (Mt 18,21). -

Eccola, una delle più belle e lungimiranti modalità per donare speranza: perdonare chi ha effettivamente commesso una colpa. Perdonare sempre, e più di sempre. Il perdono risolleva il caduto, ridona dignità umana a chi si è macchiato di disumanità; rende più umano colui che lo dona e spalanca per il mondo un nuovo futuro di pace e riconciliazione.

Siate misericordiosi, come il vostro Padre è misericordioso (Lc 6,36). - Ebbene sì, digiuno dalla negatività vuol dire proprio: non giudicare, non condannare; e in positivo: dare, perdonare ed essere capaci di amare oltre ogni misura. Questa è la misericordia che dobbiamo continuare a imparare, passo dopo passo, e forse errore dopo errore... #aRitmodiVangelo

San Giuseppe è stato chiamato da Dio a servire direttamente la persona e la missione di Gesù mediante l'esercizio della sua paternità: proprio in tal modo egli coopera nella pienezza dei tempi al grande mistero della Redenzione ed è veramente «ministro della salvezza» (cfr. S. Ioannis Chrysostomi, «In Matth. Hom.», V, 3: PG 57, 57s). La sua paternità si è espressa concretamente «nell'aver fatto della sua vita un servizio, un sacrificio, al mistero dell'incarnazione e alla missione redentrice che vi è congiunta; nell'aver usato dell'autorità legale, che a lui spettava sulla sacra Famiglia, per farle totale dono di sè, della sua vita, del suo lavoro; nell'aver convertito la sua umana vocazione all'amore domestico nella sovrumana oblazione di sè, del suo cuore e di ogni capacità nell'amore posto a servizio del Messia germinato nella sua casa» («Insegnamenti di Paolo VI») (Giovanni Paolo II, Redemptoris Custos 8)

Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano (Mt 5,44). - Sovvertire le nostre logiche: questa, oggi, è la parola d’ordine. Convergere su Dio significa abbandonare decisamente le nostre vie e assumere le sue. Quali? Quelle del Dio che all’onnipotenza ha preferito l’incarnazione, con tutte le sue conseguenze: amare e salvare chi lo ha crocifisso, tradito, abbandonato e ucciso. Non c’è poesia o simbolismo in queste parole, ma una chiamata irriducibile a inventare, ogni giorno, gesti di gratuità. #aRitmodiVangelo

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